PASTI POTENZIALMENTE FUNESTI

 

Spariti gli impavidi passeri – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

A Dee

 

Il tempo minaccia, con nere nubi
di pioggia che freme impaziente,
e colazionare da solo con quella
(per te) scomoda sedia, da giorni
ormai anche lei di nuovo orfana,
potrebbe sul serio rivelarsi perfino
quasi fatale, almeno all’umore,
ma poi scendi tu – tuo malgrado
magari, o inconsapevole almeno –
da montaliana e salvifica nube:
falco e compagna atterriscono
alucce di impavidi passeri, che
tremano accanto all’erica nuova
del mio balcone; proprio loro che,
normalmente davvero tranquilli,
neppure questo omaccione
(quintalata quasi, però leggera!)
in un giorno qualsiasi paventano.
Ma, come i falchi, fulminea, Tu
sei già ripartita, tra nubi sparita,
e in cucina rimane, ridondante,
una lista di spesa di tua mano
– ricordi? – come me, farneticante,
ormai pure lei totalmente obsoleta.

 

 

Lista di spesa obsoleta – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

 

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PASTI POTENZIALMENTE FUNESTI

 
 
 

  

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NEGATO PER L’ARITMETICA

 

Corte-fra-le-nuvole-Foto-Guido-Comin-PoetaMatusèl

Fantastica corte tra le nuvole – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

A Silva

 

Per certi versi tu sei ormai
come morta, proprio defunta,
eppure ti sento dall’aldilà
e qui, nei miei versi, tu sembri
possibile, vera, vivissima, sì!

Riconto nei miei troppi minuti
di solitudini pallide come lune
lasciate a lungo a sbiadire nel
sole, quel sole cocente che brucia
i colori di tutti i ricordi rimasti …

Riconto, dicevo, cento piccoli
gesti preziosi che – usitati rituali –
avrai ripetuto migliaia di volte,
nel prenderti cura, per anni, di me.
Di me, che non sempre capivo.

Ora so che per ogni bacio scansato,
gesto di affetto mancato, errore
d’interpretazione, minuto distratto,
giorno perduto oppure dimenticato
non potrò più concedermi sconti.

E poi ci sono i tramonti che
non rivedremo più insieme
e i monti che non saliremo,
anche perché, senza quel cane,
non avrebbero un senso reale.

E quei frivoli gracchi, giullari
di quella corte mia tra le nuvole,
mi verrebbero incontro, ma solo
a schernirmi: per avere scordato
(mi cito) “la pietra preziosa che sei”.

 

 

Pallore di luna - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

Pallore di languida, diafana Luna – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

 

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NEGATO PER L’ARITMETICA

 
 
 

  

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ALTRI PAESAGGI, STESSI SENTIMENTI

 

Nel folto del bosco - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

Nel folto del bosco – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

“Non perderti per niente al mondo
lo spettacolo d’arte varia …”

Paolo Conte

 

A Desara, sempre una Musa

 

Mentre il picchio nel folto del bosco
ripete incessante la sua tiritera – trita
musica, nemmeno seria percussione –
io penso che con te nei freschi boschi
non ci siamo mai passati, proprio mai.

Con te ho respirato l’aria di salsedine
della palude Stigia che ormai è il mare
nostro, l’Adriatico, nell’afa senza vento
di estati ormai lontane, di repentini
voli di gabbiani rochi e impertinenti.

Quegli altri paesaggi allora si prestarono
a sfondo o canovaccio per “spettacoli
d’arte varia” (come li chiama Conte)
di uno che s’era vagamente invaghito
di una bellezza vera, non appariscente,

eppure fresca e pura, solo irresistibile;
di due occhi troppo buoni per questo
mondo marcio, che ormai soltanto sa
rincorrere mere puttane, sedicenti belle
tutto trucco, smalto, plastica e silicone.

Ora il grande baratro d’anni che ci separano
rimane ahimè lo stesso, ma, più coraggioso,
forse potrei perfino parlarne con tuo padre,
magari solo dirgli questa cosetta semplice:
che l’Amore, come l’Arte, non si spiega!

 

 

Spoglie mortali di tante vite - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

Spoglie mortali di tante vite – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

 

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ALTRI PAESAGGI, STESSI SENTIMENTI

 
 

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NON ESISTE UN “MÁS ALLÁ” !

 

 

A Franca

 

Non cercate nei libri Saggezza
che avete già dentro di voi,
né quella luce divina che già
possedete da sempre e non
richiede né preti né chiese!
Tutt’al più, le domande che
non osaste mai porvi da soli.

Non cercate Poesia nei tomi
di illustri Maestri dell’arte,
ma nelle semplici cose che
incontrate ovunque: poltrona
di Jorge Guillén, pascoliana
poesia delle piccole, infime
cose, oggetti del quotidiano.

Perché anche un’umile mela,
banalissimo frutto, scontato,
di sempre – ma pregno di
grandi significati simbolici –
sprizza poesia da ogni sua
incantevole screziatura
di sapidi, antichi colori.

Non cercate la vera Bellezza
in esotici lidi lontani, che
decantano i tour operators,
ma guardatevi intorno, vicino;
tuffatevi in laghi profondi
degli occhi di dolci fanciulle!

 

 

 

 

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NON ESISTE UN “MÁS ALLÁ” !

 
 
 

  

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VERDE, COLORE MIGLIORE!

 

 

Dedicata a Me Stesso

 

Sul ciliegio degli orsetti lavatori,
gli storni questa sera fanno festa,
mentre penso ad altri storni ormai
lontani, su ciliegi che non rivedrò
mai più o, comunque, non domani.

Qui la Vita già dovrebbe ripartire,
con nuovi amici, danze, feste, donne;
con progetti di rinascita e recupero,
sanatorie di tutto ciò che è marcio,
come sempre promettono i politici!

La bellezza non manca, tutt’intorno,
con foreste, colli, laghi e tanti uccelli,
con tramonti da volerci morir dentro;
con la musica a rallegrare i tristi treni
e ragazze che in autobus ti lusingano.

Ma incontro anche ragazze ipertatuate,
sedute su scalini ammanettate, tristi
vittime di non-so-quali dèi, o di un fato
che ha scelto proprio loro, per finire
così: sdentate, abortite a diciott’anni!

Incontro relitti umani già ubriachi
alle sette del mattino, se gli va bene
che qualcuno gli ha buttato un paio
d’euro, per comprarsi qualche litro
di oblio puro, completa abolizione …

Cerco allora rifugio dentro il verde,
tra gli alberi che mi videro bambino
felice di correre sui prati; o un barone,
eremita senza chiocciole tra le fronde,
o soltanto un bimbo ebbro di solitudine.

Perché verde, da sempre, il mio cuore!

 

 

 

 

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VERDE, COLORE MIGLIORE!

 
 
 

 
 
 

  

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