DUE OCCHI E NATURA MI SALVANO!

 

 

A   Gi

 

Nuvole folli sopra i cipressi del camposanto,
l’unico luogo dove è ancora possibile vivere,
pare, in pace e senza incessanti rotture di palle.
Il sordo gru-gru di coppie di tortore dal collare
distrae poco dai cerchi concentrici di pensieri
concentrati sull’ineluttabilità di commettere
quel primo fatidico passo, che dovrà riportare
la vita a qualcosa di più della sopravvivenza.
Mi trascino come uno zombie, o forse redivivo,
pensando a sentieri nel bosco, alla moda di Frost,
dove domani sarà impossibile non decidere quale.
In questa deriva insensata, davvero inspiegabile,
mi assale improvviso e fragrante il saluto di bianche
campanule sporche di giallo – Edgeworthia chrisantha!
Allora rivedo i tuoi occhi, in un dolce rimprovero
per questa mia esagerata e assai protratta malinconia.
Ok, ti accontento e ci provo: imbastisco un sorriso.

 

 

 

 

PoetaMatusèl legge
DUE OCCHI E NATURA MI SALVANO!

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* LINK *Clicca qui, per leggere ed ascoltare
‘The Road Not Taken’, di Robert Frost

 
 
 
 

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AUTUNNALE FARNETICARE

 

… E ripasso sul Piave
e penso ad acque diverse,
che potresti anche essere Tu,
ma saresti un’acqua
purificatrice, come quei sacri
fiumi dell’Hindustàn.
Allora, potrei forse
anch’io sublimarmi, come
un saggio aborigeno in tempi
non tanto lontani.

Fuggono, sulla sinistra,
ulivi a famiglie e cipressi
stipati; e nei prati di certo
futuri ma ignoti raccolti,
che sembrano foglie di pioppo,
però troppo bassi.
E il cuore, che incerto rimane:
se andare o restare.

E passo sui campi arati
di fresco, già pronti
per dare un bel pasto
ai chiassosi gabbiani;
e case che un tempo
sentivano grida di bimbi
e panciute massaie con
piccole mani sui fianchi.

E passo vigneti ormai
depredati dei grappoli,
dall’uomo o meccanici
ordigni o da grandine;
e trovo gli aironi sui
soliti fossi di sempre
e garzette, snelle scolte
vestite di bianco.

È quasi il tramonto
di un giorno sprecato
da politici infami, famelici,
che ci spingono inesorabilmente
dentro il malefico baratro,
mentre il mais ormai alto
racconta storie
di quando, bambini, felice
lui ci nascondeva.

In testa ai filari di viti,
i roseti guardiani
non serve ormai più
che si immolino;
ma resisti Tu, intanto,
mia rosa di ottobre,
forse presto ce ne andremo
via insieme!

Ora penso a come
anche Tu mi sei giunta
addosso di colpo, come
un mare in tempesta,
e io – naufrago recidivo –
mi sono goduto dolce-folle
pensiero di stare,
dopo il naufragio,
da solo con te sopra un’isola
che noi, entrambi,
fin da quando bambini,
sappiamo non c’è …

 
 

 
 

PoetaMatusèl legge
AUTUNNALE FARNETICARE

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Da “I Versi dell’Airone”
di Guido Comin PoetaMatusèl
© 2014 Albalibri Editore

 

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