VAGHE REMINISCENZE DI VERMEER

 

 

A Desara, una perla, che
rimane sempre una Musa

 

Ragazza, Tu non ci sei
ma non sparisci,
ma rischiari giorni cupi
con dolci sorrisi
e quando penso ai tuoi
occhi buoni sento
qualcosa di indefinibile
nell’anima, un velo
che mi accarezza,
delicato come un’amante.

Fu il nostro un
incontro improbabile, male
scarabocchiato in qualche
librone del fato,
che girò subito pagina
quel vento di mare;
un dado che forse non
venne mai tratto.

E poi Tu sei
quasi sparita,
ma solo quasi,
perché divenisti una
musica dolce di ali,
ritmate assonanze di
lunghi versi, assolati,
diventando così
insostituibile ispiratrice
di poesia tenera,
delicata, che
dice e non dice.

Ma Tu l’avevi capito
di esserti trasformata
nella dolce modella
dall’orecchino di perla?

 

 

PoetaMatusèl legge
VAGHE REMINISCENZE DI VERMEER

 
 
 
 

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PERFETTA EFFICIENZA

 

 

Oggi nemmeno il gheppio osa volare:
sta rintanato in qualche sottotetto
di vecchio casolare in mezzo alla
campagna satura, sterminata.

Però l’airone grigio è sempre là,
impavido, imperterrito, spietato,
imperturbabile in riva al suo fosso,
per poi muoversi all’improvviso:
con fulmineo, repentino guizzo.

E allora per un’anguilla o pesce
non c’è più nemmeno tempo
per quell’ultima bestemmia
contro divinità che non esistono.
Non c’è più né tempo, né pietà,
né misericordiosa redenzione!

 

 

PoetaMatusèl
legge PERFETTA EFFICIENZA

 

 

 

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