PROFUMO DI MORTE

 

 

Ho messo sul comodino il calycanthus,
per vedere se potessi addormentarmi
illudendomi che la vita sia pure
qualcosa di delicato e profumato.
Però poi ho sognato bambini uccisi
in paesi dove vive la barbarie;
ho sognato ragazze stuprate e poi
date anche tranquillamente alle fiamme;
ho sognato bei barconi che affondano
nei mari nostri di vergogna infinita,
stroncando anche vite neonate o non nate!
Poi, in mezzo a cotanta disperazione,
ho visto porci davanti a trogoli pieni
di carni immolate per loro, avidi
di tutto quel poco che è nostro, che loro
vogliono sottrarci, verri malefici.
Allora mi sveglio, in un tanfo atroce
e che, di sicuro, non è il calicanto…

 

 

PoetaMatusèl legge
PROFUMO DI MORTE

 

Da “I Versi dell’Airone”, di Guido Comin PoetaMatusèl.
Copyright © 2014 Albalibri Editore. All rights reserved.

 

 

 

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AUTUNNALE FARNETICARE

 

… E ripasso sul Piave
e penso ad acque diverse,
che potresti anche essere Tu,
ma saresti un’acqua
purificatrice, come quei sacri
fiumi dell’Hindustàn.
Allora, potrei forse
anch’io sublimarmi, come
un saggio aborigeno in tempi
non tanto lontani.

Fuggono, sulla sinistra,
ulivi a famiglie e cipressi
stipati; e nei prati di certo
futuri ma ignoti raccolti,
che sembrano foglie di pioppo,
però troppo bassi.
E il cuore, che incerto rimane:
se andare o restare.

E passo sui campi arati
di fresco, già pronti
per dare un bel pasto
ai chiassosi gabbiani;
e case che un tempo
sentivano grida di bimbi
e panciute massaie con
piccole mani sui fianchi.

E passo vigneti ormai
depredati dei grappoli,
dall’uomo o meccanici
ordigni o da grandine;
e trovo gli aironi sui
soliti fossi di sempre
e garzette, snelle scolte
vestite di bianco.

È quasi il tramonto
di un giorno sprecato
da politici infami, famelici,
che ci spingono inesorabilmente
dentro il malefico baratro,
mentre il mais ormai alto
racconta storie
di quando, bambini, felice
lui ci nascondeva.

In testa ai filari di viti,
i roseti guardiani
non serve ormai più
che si immolino;
ma resisti Tu, intanto,
mia rosa di ottobre,
forse presto ce ne andremo
via insieme!

Ora penso a come
anche Tu mi sei giunta
addosso di colpo, come
un mare in tempesta,
e io – naufrago recidivo –
mi sono goduto dolce-folle
pensiero di stare,
dopo il naufragio,
da solo con te sopra un’isola
che noi, entrambi,
fin da quando bambini,
sappiamo non c’è …

 
 

 
 

PoetaMatusèl legge
AUTUNNALE FARNETICARE

 
 

 

Da “I Versi dell’Airone”
di Guido Comin PoetaMatusèl
© 2014 Albalibri Editore

 

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CORO ADELCHIANO EX TEMPORE

 

 

Tracimano i fossi di false speranze.
Deriva – la nave va verso gli scogli!
Schifosi schettini confondono folle
e i folli cretini li applaudono ancora
e persiste servo quel servo sudore.
Il volgo disperso non alza la testa,
gli bastano briciole magre sul piatto:
le briciole sono pur meglio di nulla?
E gli atrii muscosi rimangono vuoti,
ormai l’arse fucine non stridono più;
cadenti rimangono i Fori splendenti
e si è persa dei padri la fiera virtù!
Non resta che attendere – morti –
la Morte.

 

 

 

PoetaMatusèl legge
CORO ADELCHIANO EX TEMPORE

 

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Da “I Versi dell’Airone”
di Guido Comin PoetaMatusèl
© 2014 Albalibri Editore

 

 

 

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SILVA OBSCURA

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Nella Nera Foresta – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 
 

“Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita.”

Dante Alighieri

 

Ogni passo
che faccio
in questa selva
mi porta verso
la Luce che sei Tu.
 
È un barlume
che intravvedo
in lontananza,
come un Faro
che scongiura
il Naufragio.
 
Le emozioni
che regali
sono grandi,
come grande
è lo Spirito
che ti anima.
 
Ogni attimo
che mi ispiri
ancora a scrivere
è un miracolo
che ispira
ancora a Vivere!

 
 
 

Copyright © 2011 Guido Comin – Belluno, Italy. All rights reserved.