VIGLIACCA VENDEMMIA

 

 

Tramogge su ruote
lampeggiano al buio
e celano chicchi,
promesse di vini.

La notte inattesa
è un prato di fiori,
tra nuvole vuote
e Carri vicini.

Lontano, tra i picchi,
riposano capre;
e a valle le trote
in tiepide pozze.

La testa ormai pesa
per troppi pensieri:
partire o restare,
qua dentro o là fuori?

Poi, questo anomalo
vento che mormora, in
linguaggi nordici,
i sogni di ieri …

Ora di cogliere
grappoli, andarsene?
O stare legati,
così, “alla Pavese”?

 

 

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Per capire “alla Pavese”, leggi la poesia
FUMATORI DI CARTA, di Cesare Pavese!

 

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MORTE DELL’ISPIRAZIONE

 

 

 

Non augurarti troppo

che ciò che è inevitabile

accada anche più in fretta!

Un giorno, all’improvviso,

non scriverò, per questa

grande Musa che sarai

stata tu, nemmeno un solo

 

verso.

 

Il ruscello, poi divenuto

fiume, torrente di parole,

di colpo diverrà

il greto del Cordevole

d’estate, quasi secco:

senza l’ispirazione –

 

l’ossigeno –

 

le parole, come fossero

trote in pozze imprigionate,

moriranno boccheggiando

in fetide acque, putride.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roberto Benigni su Poesia e Ispirazione, dal film “La Tigre e La Neve”:

 

http://www.youtube.com/watch?v=Phk_o91gzEU&NR=1

 

 

 

 

 

 

 

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PRIMAVERA A FAGARÈ DELLA BATTAGLIA

 

A Silva

 

Ho sentito già un grillo,
il primo, e visto i rondoni
sfrecciare – ghirigori veloci –
dalla vecchia topaia del pazzo,
verso il tiepido azzurro del cielo.

E passo sul Piave che esonda
“Fiume sacro alla Patria”
ma sacro che cosa vuol dire? …
Da tempo assai lungo scordati
i mille più mille soldati marciti
in quelle lontane battaglie,
di luoghi ora noti e vicini.

 

Pescatori stamani non osano
sfidare la furia del fiume
per qualche sporadica trota,
bella e… di fresco inquinata
da cento veleni proibiti!

I pioppi regalano fiocchi
di cotone, che toglie il respiro
e pizzica gli occhi e fa stare,
scomodi, in fasi di apnea.

 

Fiori di pesco

E i peschi tramutano il rosa
in giovane verde promessa
e i merli pregustano ormai
i frutti che poi ruberanno,
decorandoli a colpi di becco.

La casa – ricordi? – la nostra,
quella rosa, è ormai diroccata,
ma ancora trapuntano il prato
i papaveri, i nostri papaveri,
che un tempo tingevano i fossi.

 

E poi ci sei tu, Prima e Vera,
quel sorriso e quei riccioli biondi;
tu, che a volte sei mera zavorra,
a impedire impennate e derive;
e invece altre volte sei mitiche ali,
sui cui posso ancora librarmi
per lunghi, pindarici voli,
o in cerca di icarei, splendidi soli!

E quando… riatterro, ogni volta, ci sei!

 

Silva al Carnevale di Venezia - Foto Guido Comin

 

AUDIO * FILE * AUDIO
PoetaMatusèl legge
PRIMAVERA A FAGARÈ DELLA BATTAGLIA

alla 1.a Fiera dell’Editoria di Poesia
(per piccina che tu sia…)

al Forte Sangallo, Nettuno (RM)
Ottobre 2010

 

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