SVEGLIARSI DAVVERO CONTROVOGLIA

 

 

Alle 4 e 30 i merli intentano già un’aubade,
ma io preferirei non destarmi da questo
torpore quasi oppiaceo, indotto, per non
iniziare anche oggi a pensare ad un mondo
che va sempre peggio, dove ancora bambini
possono scegliere tra un morire annegati
oppure di fame; dove dannati nazionalisti
erigono muri e recinti; dove le ruspe fanno
tabula rasa di immani macerie di sogni;
dove ancora piovono bombe, anziché caramelle,
e politici benestanti (guarda caso!) comprano
uteri come io indispensabili mutande nuove …
Preferirei ancora sognare dolci, esotici occhi
che mi attendono all’ombra di freschi palmizi,
in un’oasi provvidenziale, nel mezzo del nulla.
Ma Turdus merula, petulante, insiste e ricorda
che sono io stesso un migrante: urge, pertanto,
ripartire! Non vi è, ormai, altra cosa da fare.

 

 

 

 

PoetaMatusèl legge
SVEGLIARSI DAVVERO CONTROVOGLIA

 
 
 
 

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PRECARIETÀ DI NOVEMBRE

 

Oggi c’è odore di morte nell’aria.
E il grido di allarme del merlo
mi richiama a questa, la cruda realtà.
Lui ha intravvisto un enorme gatto,
in agguato sotto la siepe di alloro.
Che faccio, il … deus-ex-machina?
Spavento il gatto? È bello sognare,
ma domani potrei, come il gatto
o il merlo tra poco – una notte gelata –
morire anch’io. In silenzio. Di fame.

 

 

     

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